"Eppure ci deve essere un modo... Perchè, perchè nessuno ci è riuscito? Eppure sembra possibile, una fonte di luce opportunamente schermata...Poi un nodo...E il gioco è fatto!"
Con queste parole il nostro Atanasius si accinge alla sua prossima valente impresa senza rendersi pienamente conto delle difficoltà cui va incontro. I suoi viaggi l'hanno portato in un mondo strano fatto di sinistre ombre e luci sfolgoranti. Lui deve essere dalla parte della luce, certo, ma come? Come risvegliare le coscienze dal loro oblio con un segno?
La prima cosa necessaria è un faro, una fonte di luce calda e rassicurante. Nella dotazione del buon avventuriero (qualunque sia il palcoscenico delle avventure) non può mai mancare una torcia. Atanasius in effetti ne ha a portata di mano una, ma brilla troppo fredda, impersonale e soprattutto le lenti di cui è dotata distorcono il fascio creando fantasmagorie che confondono gli occhi. Meglio qualcosa di più piccolo, facilmente trasportabile con un fascio di luce più definito. Una lanterna fungaria di Mistmountain ad esempio potrebe fare al caso suo. E' una luce famosa presso i cacciatori di miceti in quanto non necessita mani per essere trasportata, deve solo essere legata alla testa o al braccio. La sua potenza è ridotta, ma tutte le altre caratteristiche sono ottime. La scelta ricade su di essa.
Naturalmente serve un simbolo che dia un significato alla luce ma il nostro eroe sa esattamente cosa usare. Tuttavia è comunque costretto ad intraprendere un' ardua battaglia: la grezza materia non vuole saperne di obbedire al progetto nella mente di Atanasius. Innanzitutto il primo simbolo in materiale cartaceo (ancorchè dipinto) viene perforato dalla luce e solo un disco si disegna sulla parete di prova. A nulla vale l'aggiunta di ulteriori strati di carta o perfino di cartoncino.
"Ma certo! Deve essere la luce a risplendere nell'ombra e non il contrario, ecco dove sbaglio! Protettore di tutti gli artigiani aiutami tu!"
Così con rinnovato vigore il nostro eroe si getta sul primo pezzo di cartone che gli capita a tiro: bello solido e che non viene trapassato dai raggi di luce. Poi ritaglia con foga fino ad ottenere una sagoma scavata nel mezzo. Ecco ora deve solo applicarla al lanterna fungaria trasformandola così nel potente proiettore Circolare Capacitativo Utopistico.
"Potere del bricolage vieni a me!" con questa formula il nostro eroe evoca un magico nastro con materiale adesivo su ENTRAMBI I LATI e riesce finalmente a creare la sua arma definitiva. Dopo giorni di attesa finalmente si presenta il momento giusto: il nostro eroe può strisciare tra sordidi vicoli della grande città fino a raggiungere la Piazza del Confronto.
"E' il momento!"
Il proiettore Circolare Capacitativo Utopistico si attiva, ma che succede? La morente luce solare decide di indugiare nel cielo. La potenza del proiettore non è sufficente ad attraversare grandi Spazi. Il tempo del nostro eroe è poco, cosa può fare? Decide allora di tentare la stimolazione multipla e subliminale delle coscienze, perciò proietta il simbolo nei luoghi più importanti della piazza, avvicinandosi il più possibile alle superfici.
Possono tanti piccoli simboli euguagliarne uno grande?
Per parafrasare un antico detto "Per un'impresa grande non ci vuole un simbolo grande ma un grande simbolo!"