Cosa si può pensare in 10 minuti di tempo?

Io ho voglia di pensare ad un gatto. Ma non uno qualsiasi: voglio pensare al gatto del protagonista del libro che sogno di scrivere da quando ero piccolo così (immaginatevi tipo 70 cm).

A nessuno gliene frega del protagonista: è un matematico asociale che vive in una casa fatta a gradini, come un'enorme scala.

Il gatto si chiama Girolamo d'Acquapendente. Un giorno mangia (letteralmente) la formula matematica che contiene il segreto dell'universo (il cui risultato è 42, come sappiamo) appena scoperta dal suo umano domestico. Girolamo inizia a parlare italiano e a volare. L'umano pare confuso e spaventato, così il gatto decide di rassicurarlo:

G: - Tranquillo Miao, è tutto a posto. Ora posso parlarti e tu puoi capirmi. Posso parlare con gli animali! -
Alberto (il matematico insignificante) rimane un po' basito.
A: - Come mi hai chiamato? -
G: - Ti ho chiamato Miao. Ogni volta che dico Miao tu ti giri e mi ascolti, anche se poi non capisci un cavolo. -
Alberto riconobbe la validità logica dell'enunciato.
A: - Copernico, io però mi chiamo Alberto. -
G: - Come mi hai chiamato? Copernico? Che nome idiota. -
Ancora una volta il gatto pareva avere ragione.
A: - E allora perché ti giravi? -
G: - Perché pensavo che avessi la laringite. Un giorno o l'altro ti avrei portato dal veterinario per una visita di controllo. -
A: - Calma calma: qui il padrone sono io! -
G: - Lo credi sul serio? Chi è che alla mattina si sveglia alle 11? A chi basta una parola per essere servito di cibo e massaggi gratuitamente? Chi è dei due che per mantenere l'altro lavora? -
Alberto era allibito: aveva appena realizzato di essere l'animale da compagnia del suo gatto e di chiamarsi Miao. Il prossimo gatto l'avrebbe sterilizzato, tanto per fargli capire chi comandava.

E dieci minuti sono finiti. Mi piacciono i gatti, ma anche i matematici domestici. Spero di poterla scrivere un giorno questa storia...