Iconografia essenziale
by il Sando
oltre 12 anni fa
Trova sul web un'immagine del gioco più importante della tua infanzia.
“...le ali della libertà, ci faceva sentire grandi e impavidi... e ci procurava un sacco di sbucciature ;-)”
Accidenti....
Trovare sul web l'immagine del gioco più importante della mia infanzia...
Beh, trovare l'immagine non è difficile, in rete ormai si trova di tutto anche l'improbabile, basta ricordarsi il nome o la descrizione (anche solo approssimativa) di quello che si cerca.
Il gioco più importante... QUESTA è la parte difficile... quale sarà, a quale dei giochi con cui mi sono immerso nel mondo della mia fantasia da bambino sarà il più importante??
Ho pensato subito ai mattoncini LEGO: ne avevo quintali, di forme, colori, tipologie differenti, provenienti da migliaia di scatole diverse ma ormai mescolati in un caos primigenio di forme e colori da cui ogni giorno nascevano i più disparati parti dell'immaginazione di un bambino.
Li tenevo tutti in una grossa sacca simile a quella del bagaglio dei marinai e periodicamente la pesavo per vedere quanto era "ingrassata" :-) e poi versavo tutto sul pavimento e lì iniziava il divertimento, spariva tutto il mondo circostante e nasceva quello della mia immaginazione...
No, troppo semplice.
Sì, il lego aveva una marcia in più, ma lo stesso effetto lo aveva il Meccano, le macchinine e i diorami della Majorette, la pista Polistil e quella più scacia e triste del trenino elettrico...
Altra cosa era il Piccolo Chimico con cui più volte ho quasi incendiato casa: ma quello era solo istigazione e sfogo di lucida follia di un piccolo nerd in erba.
No, la Regina (sì, con la R maiuscola) era lei: LA SALTAFOSS BLU METALLIZZATO!!
Sella lunga 2 posti, manubrio parafanghi e cerchi cromati, faro (a dinamo ovviamente) con griglia di protezione, targa portanumero, e ammortizzatori davanti e dietro (finti a gas...) come le moto dei grandi.
In sella a Lei ogni giorno era un'avventura nuova, ci si muoveva in gruppo, minimo due, come i protagonisti di easy rider, bastava pedalare... era una sensazione di felicità e divertimento difficile da spiegare, ci si sentiva più grandi, potevamo esplorare senza i genitori :-)
Ogni campo incolto (allora ce n'erano ancora tanti), ogni piccolo fosso si trasformava in una giungla da esplorare, in un crepaccio da saltare con sprezzo del pericolo.
E poi c'erano le cave con buche, terriccio e ghiaia... e mattoni, assi di legno e ogni scarto immaginabile degli infiniti cantieri che popolavano il nostro quartiere si trasformavano in pericolanti rampe e ostacoli vari per malsani tentativi di salti per poi vantarsi con gli amici... io l'ho fatto... immancabilmente si rientrava a casa impolverati, coperti di fango e con varie sbucciature su gambe e braccia, e più ce n'erano maggiore era la soddisfazione! E via con la ramanzina di mamma... ma ne era valsa la pena :-D
19 Punti
(10 + 9 + 0)
Location
via Carlo Bellerio 40, milano
lat 45.5175775 long 9.17651439999997
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
bellissima la saltafoss!
avanguardia con un nome dialettale.
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
Ma a trent'anni di distanza lo rifarei ancora, ne valeva la pena.
oltre 12 anni fa