Abito in una zona prevalentemente rurale e da quando ero bambino i Geki si aggiravano tra le mura di casa soprattutto nei mesi estivi, dove hanno cominciato ad affascinarmi per il modo in cui ci liberavano dalle zanzare mentre camminavano attaccati al soffitto e alle pareti.
Dopo poco tempo cominciai a seguirli e a prenderli per osservarli mentre mi camminavano addosso, ma il culmine del mio interesse per loro l'ho raggiunto durante un viaggio in Thailandia, dove attraversando alcune foreste sono riuscito ad ammirare esemplari enormi e molto colorati, ma soprattutto ad udire le loro complesse "conversazioni", approfondendo così alcune loro caratteristiche...
Per alcune culture aborigene il Geko rappresenta l'adattabilità, la rigenerazione, la forza e la capacità di sopravvivenza, insegna all'uomo che per sopravvivere bisogna essere in grado di adattarsi ad ogni situazione, trovare sempre la forza di andare avanti anche quando tutto sembra volerci ostacolare e sicuramente sono indicazioni che mi sono state molto utili in questi anni.

Sono fonte di parecchi studi per le loro peculiarità...
L'abilità del geco di camminare su superfici lisce senza l'uso di secrezioni adesive si attribuisce a un fenomeno chiamato forza di van der Waals: le estremità delle sue zampe sono ricoperte da milioni di micro-setole che moltiplicano le deboli forze di interazione con le superfici.
Altre particolarità del Geko sono la capacità di mimetizzarsi rimanendo anche immobili per lungo tempo prima di attaccare le prede, e la presenza delle voce: a differenza degli altri rettili infatti non emette un sibilo ma un vero e proprio verso, che questi animali utilizzano anche l’un con l’altro, non solo quindi in caso di pericolo.
In Polinesia si attribuiscono al Geko poteri sovrannaturali, ed è spesso visto con una certa dose di reverenziale timore e come la tartaruga, spesso è visto come un animale che fa da tramite tra vita terrena e vita ultraterrena.