I 600 colpi
by Feles
circa 11 anni fa
Scrivi per dieci minuti tutto ciò che ti viene in mente.
“Racconto post-apocalittico”
Eccomi. Ora devo solo concentrarmi e partire con qualche viaggio mentale post-apocalittico. Bene, via!
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Sono passati ormai 12 anni dalla Catastrofe. Nessuno si ricorda bene cosa fosse successo, o forse nessuno voleva davvero ripensare a quei giorni. Molti però non erano tristi o disperati, certo, magari un po' amareggiati dalla perdita di amici, ma erano passati anni, e l'unica cosa che pensavano era che finalmente il mondo era libero. Libero dalla presenza umana, libero dalle sue stupide regole e leggi e libero da qualsiasi tipo di morale.
Coda di Lupo odiava tornare nella Città. Lì si ritrovano solo le bande di predoni a massacrarsi per ogni tipo di risorsa. Ma al campo servivano dei pezzi di quelli che una volta erano veicoli su quattro ruote, ora ridotti a rottami immobili; e la Città era piena di quei rottami. Coda di Lupo pensava che comunque c'erano altri due a guardargli le spalle mentre cercava di smontare una portiera di un furgone, da usare come porta per una baracca, e quindi si sentì rassicurato.
Caricato il bottino sul carro si diressero verso l'accampamento.
Quella volta era andata liscia, ma la mente tornava a drammatici ricordi di lotte feroci e pericoli scampati... Forse non così drammatici per Coda di Lupo che, prima della Catastrofe quando era conosciuto con un'altro nome, passava il tempo a fantasticare su apocalissi e sopravvivenze in lande desolate come quella in cui si trovava.
Era felice, felice di lottare per le risorse, di sforzarsi di non uccidere animali per nutrirsi, di costruirsi la casa, di legare profondamente con i suoi compagni d'avventura.
Felice.