Big Brother is Watching you
by NiccolMartinello
oltre 11 anni fa
Installa in città almeno 20 occhi.
“"Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo"-George Orwell ”
Visto che la missione è inerente alla vista ne approfitto per parlare dell'essere osservati. Spesso, in molte riviste di divulgazione scientifica, si tratta degli effetti del guardare e dell'essere guardati, con titoli e frasi come "Perché ci si sente osservati?" o "Recenti studi hanno dimostrato che se si dipinge un occhio di grandi dimensioni sul muro di un ufficio ciò basta a cambiare il comportamento di chi lo occupa."
La vista è certamente una delle cose a cui tutti noi teniamo di più, che ci permette di fare la maggior parte delle esperienze e che ci si rivela come importante strumento per la vita di tutti i giorni ed, allo stesso tempo, una miseriosa funzione che riesce a far nascere molte illusioni delle quali facciamo fatica a trovare spiegazione, ma di cui, quanto meno, siamo generalmente consci (anche se non sempre, con fenomeni come la cronostasi, ad esempio).
Forse ciò di cui molti sono maggiormente inconsci, però, è l'effetto che questa osservazione può avere sulle altre persone e di ciò voglio dare un piccolo esempio, che serva da spunto di riflessione: tratterò brevemente del cosiddetto "effetto Hawthorne" focalizzandomi sull'importanza dell'osservazione in almeno un caso -quello dell'esempio preso in questione, appunto- in cui sorge l'effetto.
Nel 1923 Thomas Edison era presidente del "Comitato per la relazione tra la qualità e la quantità dell'illuminazione e l'efficienza nelle industrie". I resoconti di varie aziende avevano indicato che una migliore illuminazione avrebbe potuto aumentare la produttività, così, dal 1924, un ricercatore di nome Edwards Deming si recò con il suo team allo stabilimento Hawthorne della Western Electric di Cicero, nell'Illinois, per fare ricerche e valutare gli effetti di esperimenti -atti a verificare la validità o meno dei resoconti- che stavano venendo eseguiti, tra gli altri, dai noti Elton Mayo e Fritz Roethlisberger. Al termine degli esperimenti principali (1924–1932 circa), quello che si scoprì fu che, quasi indifferentemente dai cambiamenti effettuati per i vari gruppi degli esperimenti, tutti avevano aumentato la produzione.
Com'è stato possibile? Proprio per via dell'osservazione.
Da allora molti sono stati i test clinici basati sulle prove d'efficacia finalizzati a verificare l'effettualità o meno dell'effetto Hawthorne; importantissimi sono stati quelli in campo medico, soprattutto in relazione al ben più noto effetto placebo.
Quel che abbiamo scoperto, in poche parole, è che anche essere osservati e saperlo (persino il solo pensarlo inconsciamente) provoca dei cambiamenti nel nostro comportamento. Inoltre non serve che la fonte della vista sia necessariamente presente, quante volte nel fare qualcosa basta anche solo immaginare cosa succederebbe se qualcuno ci vedesse in quella situazione per far scaturire vari sentimenti come la vergogna o l'orgoglio? Per molti credenti il pensiero del Dio che vede e sa tutto li rende titubanti nei confronti dell'anche solo pensiero del peccato e del peccare ed anche molte volte si può anche usare uno sguardo esterno inesistente per convincerci a rigare dritto, per dare più peso a qualcosa che riteniamo doveroso fare.
Insomma, il fatto che qualcuno ci guardi e ci giudichi cambia il nostro modo di porci nei confronti del mondo, sia quando siamo in pubblico (è abbastanza evidente il cambio di personalità e di apertura verso gli altri che c'è in molte persone introverse quando invece che dover interagire nella cerchia di amici si trovano a dover rapportarsi a degli sconosciuti) che quando siamo in un ambiente un po' più privato o comunque a distanza dagli altri (come abbiamo visto nel caso degli esperimenti all'Hawthorne e come possiamo esperire ogni giorno). Sapere questo può essere di fondamentale importanza per conoscere il nostro carattere, lo spiegarci il perché di alcune nostre reazioni che paiono non essere in nostro potere e, soprattutto, l'evitare di essere sottomessi a questo genere di limitazioni che siamo noi stessi a crearci.
Esplicitare questi meccanismi psicologici ci può aiutare a comprendere noi stessi e l'agire degli altri e spero che l'esempio dell'effetto Hawthorne vi possa far riflettere almeno un minimo su quanti eventi ci influenzano senza che ci sia in noi la coscienza che ciò accada, facendoci pensare di agire più liberamente di quanto non sia in realtà.
“Tantum homo potest, quantum scit”.
“Conquista te stesso, non il mondo”-Cartesio
Fonti:
Ben Goldrace, La Cattiva Scienza;
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1744063/
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa
E la realizzazione pure. Molti sono belli e simpatici. Bel lavoro.
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa
Uhhh Anche da te ci sono stencil di Hogre! Quando ti capita, faresti loro qualche foto? Faccio la collezione :3
Il water è... inquietante, okay.
oltre 11 anni fa
Un sacco di volte mi hanno guardato malissimo in effetti. Altre i passanti si son messi a ridere.
In un caso (la foto di Antonello Venditti) un tassista mi ha chiesto "Sei sicuro che puoi farlo?", gli ho risposto "Non pensa che così sia più carino?" al che il tassista se n'è andato. ... non saprò mai se pensa che così sia più carino o meno :(
oltre 11 anni fa
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