Intenso moto circolatorio
by Ewah
oltre 12 anni fa
Cammina per 30 Km in un giorno.
“Il cielo è tornato blu”
È un racconto, un pò diverso dal mood delle foto, e un pò diverso dal mood della camminata. Ma mi piace McCarthy, e sono successe delle cose strane quindi l'ho scritto.
In breve, insieme ad alcuni amici abbiamo risalito la valle del fiume Panaro, dove sono nato, fino ad arrivare alle montagne, il primo giorno abbiamo fatto oltre 30 km, oltre al camminare infatti abbiamo anche fatto avanti e indietro dal campo in cui abbiamo dormito e il ristorante.
È stata una cosa in to the wild, ma anche "facciamo tutte le osterie che incontriamo?"
Ho provato a nuotare vestito in modo ridicolo, ma ho preferito camminare vestito in modo ridicolo.
Chiamatemi, vi racconto meglio, va.
Il cielo è tornato blu.
Lo svegliano il canto dei merli e la luce azzura, forse anche la madre, intenta a lavarsi nell'altra stanza. È molto presto ma è sicuro che non riuscirà a dormire più.
Le fronde verdi ed abbondanti fuori dalla finestra lo cullano, pochi secondi, poi di nuovo un sogno, poi il suono della sveglia, alcuni passi scalzi nell'altra stanza e il sapore sugli occhi di aver dormito poco.
Il ritorno a casa non è sempre semplice, se la tua stanza non c'è più, se dormi nel letto di qualcun'altro, ma oggi il ragazzo sarà zingaro.
Il padre lo guarda divertito, il ragazzo è diventato grande ai suoi occhi, ma ancora lo sorprende, lo lascerà andare e si aspetta un bel racconto.
Begli occhiali
Il prof lo aspetta fuori dalla casa dei suoi genitori, sorride alla battuta e si aggiusta il cappello, ha una canottiera, e due spalle enormi, il suo è lo zaino più grande.
Arrivano il francese, arriva il narratore, partono.
Il padre del ragazzo li guarda dalla finestra, sono quattro ragazzi cresciuti, le spalle reggono pesanti zaini, il cielo passa dall'azzurro al giallo e le tortore lo tagliano con voli veloci ed orizzontali.
Sono tra il fiume e la strada provinciale, camminano da alcune ore, il lampo giallo del rigogolo li soprende, hanno il sole alle spalle, è facile vedere di tutto.
Gli zaini sono troppo pesanti
Non parlano d'altro, non sentono rumori di automobili, sono sotto il livello stradale, attraversano piccoli prati salvati dal fiume, fertili, pieni di alberi da frutta rossa, duroni, ciliegie tardive, albicocche non ancora mature e amarene aspre e rosse fuoco.
Passano sopra ponti di legno e muri di borre.
Una persona corre a torso nudo nella loro direzione, salutano
'Giorno
Finisce il sentiero, salgono sulla strada, di fronte a loro calanchi e brutte costruzioni, frantoi, vasche per la decantazione, pieni di minerali e di colori fluorescenti.
Passano il ponte, salutano il fiume, ora saliranno sull'altro versante, sotto il sole a picco delle undici, si svestono, si fanno una foto ricordo, provano a trovare la strada su una mappa.
I Sassi di pietra calcarea si stagliano di fronte a loro, non se li aspettavano, occupano tutto il campo visivo, sembrano denti giganteschi che escano da una bocca verde, o le spine acute di un dinosauro grande fino a Bologna.
Sotto di loro si intravede l'ombra e il bosco fresco, loro sono ancora su un nastro d'asfalto cocente, tra tamerici e capinere. A destra su un palo della luce storto, nel mezzo di un campo giallo di orzo montano, una cornacchia grigia apre le ali, fa il suo verso secco, e non si sogna neanche per un minuto di mettersi a volare, li saluta con un movimento della testa, ed un altro lungo verso.
Ad una curva, una fontana.
Un vecchio esce da una casa a pochi metri
È potabile?
Sì, ma c'è una regola: non bevetela tutta
Risate sincere
C'è un sentiero per arrivare a Samone da qui?
Certo, alla prossima prendete a destra, arrivate alla casa di uno strambo, è andato anche in televisione, ammaestra gli animali selvatici, in casa ha un cinghiale.
Scendete di lì e vedrete il ponte là in basso.
Salutano, ripartono, escono dalla macchia e di nuovo affrontano il sole.
Svoltano a destra dove la strada fa la prima curva, salutano un gruppo di muratori rumeni, che si riposano all'ombra di un arbusto troppo cresciuto. I muratori lavorano in una casa in costruzione, guardano con sguardi interrogativi e nella loro lingua, simile ad un dialetto montano, si chiedono come si faccia a camminare a quest'ora.
Il sentiero è dolce, la prima discesa della giornata, l'upupa li saluta volando sulla sinistra, leggera, folle, un lampo bianco e nero. Scendono tra cerri e roverelle,, una fila di cipressi li fa voltare a sinistra, vedono il ponte, in un rapido scorcio della valle.
Mi fa male il ginocchio
Cambiamoci lo zaino, prof
Una falciatrice abbandonata, arrugginita, appare a lato del sentiero, sembra un'animale arancione, pericoloso, un camioncino, vecchio, di una ditta di costruzioni è fermo, invece, sotto l'ombra di una quercia. Dentro solo ragnatele.
Il ragazzo prova a sganciare il freno a mano, magari si muove e va a sbattere. Il camioncino non si muove.
Una catena chiude il sentiero, proprietà privata, un cartello che rappresenta un cane ed un cacciatore avverte chi vuole proseguire, è quasi un'ora che camminano in discesa
Indietro non torno
Andiamo avanti
Urlano e chiedono se c'è qualcuno, una piccola brezza alle loro spalle è l'unica risposta, oltre la catena altri oggetti abbandonati, un carro antico con delle pitture, motorini garelli, marmitte, specchi e frigoriferi. Biciclette arancioni di ruggine con i seggiolini sbucciati e secchi, come foglie.
Il percorso va verso una casa ma prima di dirama e scende sulla sinistra, lungo un calanco, bianco e giallo, punteggiato con alcune piante secche e basse.
Due grandi mucche rosse, magre, ci guardano da sotto, una si muove e si mette di fronte a noi, scuote la coda di scatto.
Scendiamo lasciandoci la presenza della casa alle spalle.
C'è odore di nafta
Damigiane di acqua sigillate brillano ai piedi della rete, piccoli arbusti sopravvivono e servono da rifugio ai ramarri, verdi.
Un rumore strisciante fa sobbalzare il narratore, è un posto da vipere, il francese si avvicina
È un maiale
Ha anche i piccoli
Il ragazzo si avvicina, la scrofa soffia e si allontana portandosi dietro i piccoli, uno rimane sdraiato, non si muove.
Un piccolo cadavere rosa e striato è quello che rimane nelle loro retine, un piccolo mammifero con gli occhi chiusi, stretto tra due lembi di terra bianca e secca.
Superano la seconda catena, ritorna il bosco, che ora ha anche i pioppi del fiume, è l'una si fermano sotto il ponte, mangeranno e riprenderanno a camminare solo verso le tre.
Il fiume è placido, cavalli sull'altro lato muovono la testa su e giù, le criniere scure ondeggiano. Si svestono e si immergono nell'acqua fresca. Le rondini volano basse per bere, poco più a valle, al centro del fiume. Tutto è verde e giallo, il cielo è tornato blu.
61 Voti
211 Punti
(150 + 61 + 0)
Location
SP4, 41026 Pavullo nel Frignano MO, Italia
lat 44.3004517491534 long 10.8916766502075
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
Tra il camminare, le foto stupide e McCarthy vinci a mani basse!
oltre 12 anni fa
Però apprezzo tantissimo le scarpinate e mi piace molto la tua zona (anche se saranno ormai un paio d'anni che non faccio escursioni in appennino :| ), per cui ti faccio i miei complimenti per l'ottima esecuzione!
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
La voglio fare anche io questa missione!
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
u.u
Ecco, ora ho solo voglia di piangere e di andare in analisi XD
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
Anna, camminare, dicono i ragazzi di Stalker, è una pratica architettonica!
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
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