Tracce determinate 2
by Ewah
quasi 12 anni fa
Trova qualcosa che è stato seppellito per te da un altro giocatore di Upload.
“Non andare via.”
Questa missione è iniziata la notte del 13 gennaio,
con una lacrima che è scesa dall'occhio destro ed è andata a ficcarsi nell'orecchio.
Quando sei al buio a pancia in su le lacrime non fanno la strada standard.
Mia nonna Anna è morta il 27 dicembre, aveva 90 anni, e non avevo ancora pianto per lei.
Mi ha lasciato i capelli neri e ricci che ho, un pò di ironia, e un discreto buco dentro.
Alla veglia funebre ho cercato di ricordare l'ultimo ricordo felice che avevo con lei, ed è stato molto difficile, visto che l'Alzheimer le aveva fatto vivere gli ultimi 3 anni della sua vita in uno stato di grande confusione, e verso la fine, quasi di assenza.
Poi se glielo chiedevi un bacio te lo dava sempre, e ti stringeva anche la mano, ma è difficile definire questi momenti così quotidiani, un bel ricordo.
Alcuni ricordi, poi, sono arrivati.
Uno è lei, una mattina d'inverno.
Io lavoravo ancora a Vignola e lasciavo la mia macchina nel suo garage, sotto il suo appartamento, arrivavo a piedi da casa mia, aprivo il garage, lei sentiva e si affacciava alla finestra della cucina, poi scostava la tenda e, mentre partivo mi salutava, io di solito suonavo il clacson e tutto il condominio capiva che ero partito.
Una mattina, aprì la finestra e mi disse che ero una bella forza ad andare a lavorare alle 9, però poi rise. Le piaceva molto la mia macchinina d'epoca, mi sgridava perché faceva fumo, rumore e quando arrivavo tardi la sera facevo casino, ma sorrideva sempre.
Il secondo che mi è venuto in mente è sempre d'inverno, ma verso sera.
Ad un mercatino avevo trovato una macchina Polaroid, e, online, avevo comprato dei rullini. Stavo facendo delle foto di prova, ero appena stato a fare una foto ad un amico, quando, tornando a casa ho visto mia nonna e la badante di quel periodo, che stavano tornando a casa. Le ho rincorse, forse non avevo neanche la giacca, le ho fatte fermare, tutto di corsa, e con il flash ho fatto una foto.
Mia nonna ride, dovevo essere un nipote abbastanza scemo.
Anna Venturelli aveva 8 fratelli, un padre suicida, uccisosi due settimane dopo che sua moglie era morta (era l'amore della sua vita e non riusciva a vivere senza), era la seconda più anziana della combriccola di fratelli. Ha 3 figli (la più piccola è mia mamma), 8 nipoti e 8 pronipoti. Ha preso la 3 elementare ed ha iniziato a lavorare a 12 anni. Ha rischiato di morire in guerra due volte: la prima per colpa di un fulmine che ha centrato la casa in cui era rifugiata mentre era alla finestra con il suo primogenito, e la seconda per colpa di un tedesco, che, entrato in casa minacciandola per avere cibo, le sparò perché lei se l'era battuta attraverso i campi, uscendo dalla porticina della cantina.
I funerali dei Venturelli sono stranamente una festa, i pochi fratelli rimasti ne hanno vissute di tutti i colori, hanno fatto una marea di figli e non si vedono mai, o perlomeno, si vedono ormai solo ai funerali e questo fa sì che più che essere tristi, finiscano per ridere, raccontarsi i racconti più divertenti della loro vita, aggiornarsi sui rispettivi nipoti, per poi scordarsi allegramente nomi e date ("l'è impusebel, a sam in trop" trad: è impossibile [ricordarsi] siamo in troppi).
L'ultima a morire, prima di mia nonna, era stata la zia Dina (emigrata a Novara), sorella minore, famosa per le sue tette gigantesche e il gorgonzola che portava sempre quando veniva a trovarci, oltre all'appellativo con cui ci chiamava quando ci vedeva "Gioia!" diceva, e poi ci strizzava la testa in mezzo alle tette.
L'hanno sepolta con il mattarello, più alto di lei, con cui tirava quantità industriali di pasta, che rifornivano il ristorante di cucina emiliana aperto dalla figlia e gestito dal nipote.
I Venturelli, trattandosi di una trasferta lunga, si sono presentati in pulmino, e, dopo la cremazione, hanno deciso bene di testare il ristorante emiliano, aperto per l'occasione solo per loro.
Durante il rosario, che abbiamo fatto in casa, abbiamo dovuto sgridare uno dei fratelli della Nonna, perché invece che l'Ave Maria continuava a descrivere i suoi colombi.
Sapevo che avevo messo la Polaroid di mia nonna in una scatolina, che poi avevo nascosto vicino alla casa in cui è stata rifugiata in guerra, a Campiglio, una missione di CriticalCity l'anno scorso.
Sono andato a cercarla, ho fatto un pò di disastri, ma poi l'ho recuperata, l'avevo seppellita per il me del futuro.
Ho sostituito la scatola con un'altra con dentro altri ricordi di me, non necessariamente più nuovi.
Sono sceso un pò in mezzo alla neve, ho aperto la scatola in riva ad un laghetto ghiacciato.
C'era un taglio sulla lamiera ed era entrata acqua e terra, però un foglio che non sono riuscito a decifrare, aveva protetto tutto il resto. Dentro ho trovato la mia tesserino di studente di quando ero (magro) in Brasile, un mignon di profumo (che mi sono dato), la foto della nonna, ed una statuetta di un buddha, un buddha molto felice.
Ho pulito tutto dalla terra, aiutandomi con la neve, il buddha festante non ha più un braccio, la foto è venuta molto pulita, si legge la scritta e si riconoscono bene i colori.
Mia nonna è vissuta 90 anni, mia mamma ne ha quasi 60 ed io ne ho 30.
Sono stato parte di meno di un terzo della sua vita, e l'ho fatto nel ruolo di nipote, che è il più bello di tutti, perché vieni amato completamente e gratuitamente.
Ho dei rimpianti, potevo andare più spesso da lei, potevo sforzarmi di tornare di più a casa per vederla, per fortuna, però, una delle ultime volte ho portato con me Ottavia, ed, insieme, le abbiamo detto che ci sposiamo.
Non è successo come nei film, non ha avuto nessuna particolare reazione, ci ha dato due baci quando siamo andati via e basta, ma sono convinto che lo sappia, e ne sia contenta.
Avrebbe sicuramente rotto le balle perchè non lo facciamo in chiesa, ma in fondo è contenta.
Sono rimasto un pò lì, seduto in mezzo alla neve, guardando la valle innevata davanti a me, poi ho abbassato lo sguardo sulla foto.
Mia nonna rideva, pensando al suo nipote scemo, ed il buddha, lì a fianco, rideva pure lui, pensando a come è semplice la vita.
Poi ho lasciato che Matteo piangesse per Anna sulla riva del laghetto ghiacciato.
182 Voti
227 Punti
(20 + 182 + 25)
Nodo Vignola 01 - I tre cipressi
lat 44.47641439137 long 10.9736621476074
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Io la mia l'ho persa a 12 anni, ma ricordo benissimo quanto lei voleva bene a me e io a lei. Mi ha insegnato tutto fino a quell'età.
Le tue parole mi hanno commosso tanto.
quasi 12 anni fa
vaffa...
no ok...
vabbè...piango
quasi 12 anni fa
E poi mia mamma fa Venturelli di cognome, avrà contribuito all'emozione? :)
Intanto posso dirti che il modo in cui scrivi ha fatto tantissimo!
Comunque da un po' sto facendo l'albero genealogico ...se salti fuori anche tu batto un colpo! :p
quasi 12 anni fa
Il racconto è fantastico, soprattutto perchè è scritto con il cuore e con amore.
Capisco cosa voglia dire perdere una nonna, una persona che ti ama qualsiasi cosa tu faccia o dica, una persona che ci sarà sempre anche se tu non le dai tanta importanza quanta ne meriterebbe.
Mi hai fatto rivivere un sacco di ricordi che avevo riposto in un pezzo del mio cuore, e ti ringrazio davvero per questo.
Bel ritrovamento.
<3
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
no.
Matteo, per fortuna avevo le note dei Gorillaz che mi mantenevano un po' su perchè comunque mi sono commosso, ma avrei potuto rovinare un disegno su cui ho lavorato una sera intera..
non so che scrivere.. perchè di cose da dire ce ne sarebbero un sacco, di aneddoti miei, di curiosità per quello che stato il tuo rapporto con la tua nonna Anna, di come è stato il ritrovamento.. ma forse è meglio lasciare stare.
ecco, vuoi per una forma di rispetto, quando ho iniziato a scrivere ho abbassato la musica e ora che sento meglio quello che voglio lasciarti, ora sì che le emozioni si fanno sentire più forte
Tocchi argomenti liminali, lo fai con amore tanto da avermi fatto sorridere più di una volta.
Quell'amore lo hai trasmesso.
i punti sono superflui ma ne ho davvero tanti e li aggiungo volentieri a questo "piccolo" post.. più che altro per aiutare a mostrare questa storia.
un fortissimo abbraccio :)
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Invidia per dei ricordi e momenti così belli che io non ho mai potuto provare, rapimento sensoriale.
Dovresti scrivere libri. Andrebbero a ruba. Io almeno ne ruberei...
Grazie...
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Mia zia da ragazzina lavorava alla filanda e d'inverno le venivano i geloni. Le sue sorelle più grandi le dicevano che per farsi passare i geloni doveva sfregare le mani nude nella neve. Lei lo faceva e, ovviamente, i geloni non passavano.
Ci sono storie che solo chi ha oggi novanta o più anni può raccontare. Ci sono storie che vale la pena ricordare e fotografie che vale la pena recuperare :)
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Ma io ho voglia di dire quello che ho sentito...un sacco di brividi come dice la Resdòra...
Perchè una missione di ccu può essere un modo bellissimo ed estremamente efficace per ricordare le cose belle...e anche per sfogare il dolore...
un abbraccio forte Matte...
grazie per averlo fatto <3
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Brividi, tanti.
<3