Era una notte buia e tempestosa (strano eh :D?) e una giovane tigre occhialuta davanti allo schermo illuminato del suo piccolo computer sbatteva le zampe su quella che molti chiamano tastiera ma che a lui piace chiamare tigriera. Ruggendo e graffiando l'aria inseria codici su codici per far tornare tutto come gli si visualizzava nella sua testa tigrata.
Ogni tanto lanciava in alto un piccolo topo e lo stringeva al volo tra le sua enormi fauci, così, per avere qualcosa da sgranocchiare nel frattempo. Le ossicina tenere e croccanti del topolino risuonavano nella stanza vuota, fresca e leggermente maleodorante.
Un sogno balenava nella testa di questa tigre antropomorfa, che per comodità chiameremo Ignazio, lui voleva uscire, voleva tornare a correre per le praterie, voleva tornare all'aria aperta e non continuare a vivere la sua forzata cattività di fronte a uno schermo di 17'' retroilluminato da una luce fredda.
In un caldo giorno di luglio quando il caldo faceva ristagnare le macchie di sangue di topo e di unto di sugo di noodles Ignazio premette per l'ultima volta il tasto enter e così diede via al suo sogno, al suo progetto, alla sua monomania.