Finale Variante

by Paolo Calmasini

oltre 13 anni fa

Istruzioni:
Riscrivi l’ultima pagina del tuo romanzo o racconto preferito. Il testo deve essere correlato dall’immagine della copertina del libro scelto.

Ho deciso di riscrivere il finale del Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, con la reverenza e la ammirazione che ho per questo autore. Non ho le sue doti nello scrivere libri e tanto meno nello scrivere opere teatrali, però cercherò di essere il più fedele possibile ad un modo di scrivere affascinante e brillante quale quello di Wilde, cercando di dimostrare come in realtà la moralità alla fine nel libro possa venire meno e come Gray possa fuggire dal giudizio morale che lo spinge alla morte.

Ma questo delitto, lo avrebbe perseguitato per tutta la vita? Sarebbe stato per sempre oppresso dal passato? Doveva davvero confessare? Mai. Non v'era che una piccola prova contro di lui. Il ritratto quella era la prova. L'avrebbe distrutto. Perché l'aveva conservato così a lungo? Un tempo gli dava piacere contemplarne le trasformazioni e l'invecchiamento, ma ultimamente quella gioia si era dissolta. Lo teneva sveglio la notte. Quando era lontano tremava all'idea che altri occhi potessero guardarlo. Aveva gettato la malinconia sulle sue passioni. Il suo ricordo aveva guastato molti momenti di gioia. Era stato la sa coscienza. Doveva distruggerlo. Si guardò intorno, e vide il coltello che aveva ucciso Basil Hallward. L'aveva pulito molte volte, fino a farne scomparire le macchie. Era lucido, scintillava. Come aveva ucciso il pittore avrebbe ora ucciso il suo lavoro e tutto ciò che stava a rappresentare. Avrebbe ucciso il passato, e morto questo sarebbe stato libero. Avrebbe ucciso questa mostruosa vita dell'anima, e senza i suoi infami avvertimenti avrebbe trovato la pace. Afferrò il coltello, e colpì il quadro. La tela venne squarciata dalla lama del pugnale che reggeva in mano. Guardò i due lembi del quadro rimanere appesi alla cornice e con le mani, sentendo infinita gioia pervaderli il petto inizio a strapparli. Aveva ucciso la sua anima, aveva distrutto la sua coscienza. Era libero di tornare a fare ciò che più gli dava soddisfazione e nulla avrebbe messo freno alla sua eterna giovinezza, infinita bellezza e continua gioia. Strappate tutte le parti del quadro torno di sotto con queste in mano, accese il fuoco e ce le buttò dentro e si accese una sigaretta e guardandola disse: "Sei il prototipo di piacere perfetto, sei squisita e lasci insoddisfatta".

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