Diciamolo pure chiaramente, quello dei monumenti ai caduti, specie se completamente abbandonati al degrado*, è una piaga che accomuna molte delle città italiane, senza nulla togliere al nobile scopo di ricongiungere la società civile ai suoi eroi ed alla sua tragica storia.

Talvolta però si rimene intimiditi alla vista di quelle impresentabili anomalie compositive (volendo comunque donargli una dignità) che deturpano i luoghi in cui famiglie giovani e non trascorrevano i pochi momenti che i liberi cittadini possono trascorrere lontani dalle vie commerciali, senza correre il rischio che si manifesti in loro il desiderio inconscio e la necessità reale di spazi e luoghi pubblici...ma questa è un'altra storia.

Dunque dicevo che quello di Catania è un lampante esempio di oltraggiosa "metastasi urbana" dovuta probabilmente a al costante abuso di svariate sostanze illegali, da parte di chi seduto tra le file dell'ammistrazione, ogni tanto si ritrova con un assegno che non può intascarsi per intero, e vuole così condividere con la collettività.

C'è chi come me, ritrovandoselo di fronte (il monAiCad.), recidivo, quasi non trattiene un "ma che colpa abbiamo noi", eppure il monAiCad è sempre lì, per ricordarci tutte le nostre colpe, anche le più recondite, anche quando il sacchettino per raccogliere le feci del cane l'hai dimenticato per davvero.

Insomma, mentre le colate di cemento informe ricoprono le nostre piazze, senti ancora l'urlo sguaiato di questo o quell'architetto/artista/ecc incaricato di dar libero sfogo alle proprie pulsioni che dice: "FUCK THE CONTEST/THE SYSTEM/THE PEOPLE" e ci regala l'ennesima testimonianza di come la morte sia, purtroppo, solo il principio: missione compiuta.

*Specialità siciliana