Pigmenti tridimensionali
by Nehy
quasi 11 anni fa
Ricrea nella realtà la scena di un dipinto famoso.
“Nehy-Art Channel”
Gentili web-spettatori, benvenuti a questa nuova puntata di Nehy-Art!
Questa sera faremo un interessante viaggio, giungeremo fino al 1500, dove incontreremo Leonardo di ser Piero da Vinci, diciannove anni prima della sua morte.
Secondo il noto storico ed esperto professor Wikipedia, "nel 1494 Leonardo ricevette una nuova commissione, legata al convento di Santa Maria delle Grazie, luogo caro al Moro, destinato alla celebrazione della famiglia Sforza, in cui aveva da poco finito di lavorare Bramante. I lavori procedettero con la decorazione del refettorio, un ambiente rettangolare dove i frati domenicani consumavano i pasti. Si decise di affrescare le pareti minori con temi tradizionali: una Crocifissione, per la quale fu chiamato Donato Montorfano che elaborò una composizione tradizionale, già conclusa nel 1495, e un'Ultima Cena affidata a Leonardo. In tale opera, che lo sollevò dai problemi economici imminenti, Leonardo riversò come in una summa tutti gli studi da lui compiuti in quegli anni, rappresentandone il capolavoro.
(...)
Leonardo cambiò l'iconografia tradizionale scegliendo di non rappresentare Giuda da solo su un lato del tavolo, ma accanto agli altri sul medesimo lato rivolto allo spettatore.
Come è noto Leonardo non si trovava a suo agio con la tecnica dell'affresco, poiché i veloci tempi di asciugatura dell'intonaco richiedevano un tratto deciso e rapido, non compatibile con i lunghi studi, le successive velature e la sua finissima pennellata. Per questo Leonardo inventò una tecnica mista di tempera e olio su due strati di intonaco, che rallentò le fasi di esecuzione dell'opera consentendogli di rendere una maggiore armonia cromatica e gli effetti di luce e di trasparenze a lui cari. L'opera era conclusa nel 1498, quando venne ricordato nel De divina proportione di Luca Pacioli. L'esperimento si rivelò però drammaticamente inadatto a un ambiente umido come il refettorio, con la parete comunicante con le cucine: già nel 1517 Antonio de Beatis annotò le prime perdite di colore, che all'epoca di Vasari erano già evidenti, da allora si susseguirono restauri e ridipinture, oltre ad eventi estremamente drammatici durante l'occupazione napoleonica e la seconda guerra mondiale, che avevano consegnato un capolavoro estremamente compromesso, a cui ha posto rimedio, per quanto possibile, il capillare restauro concluso nel 1999."
Nel 2013 però fu trovato un secondo affresco, molto simile al primo
Grazie all'aiuto del critico d'arte e avvocato Andrea Diprè e all'amico Vittorio Sgarbi con la sua capra, ai moderni macchinari, ai nuovi studi e con la collaborazione di CriticalCity Upload, siamo riusciti a constatare che il secondo affresco risale al 1501, quindi risulta contemporaneo al primo più noto capolavoro. Anzi, conoscendo i lunghi tempi del nostro amico Leo, molto probabilmente li ha creati in contemporanea, spostandosi ogni giorno da Milano a Torino per mezzo dei veloci ed efficienti treni di Trenitalia.
Abbiamo potuto constatare che la pennellata è la stessa, la tecnica mista di tempera e olio su due strati di intonaco pure, e solamente lui poteva avere la brillante idea di realizzare così un affresco, anzi due.
L'unica differenza si trova nel soggetto: l'affresco più noto rappresenta un tema cristiano, l'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. L'altro affresco invece rappresenta gli studenti dell'ABA Albertina di Torino nel loro ultimo pranzo prima di affrontare il difficile esame di Grafica d'Arte.
Grazie alle immagini gentilmente concesse dal Centro di Ricerca scientifica dell'Arte e del Mistero, noterete anche voi che sicuramente abbiamo ragione.
Beh che dire, anche oggi a Nehy-Art abbiamo svelato un piccolo mistero, risolto un grande rompicapo e scovato un'enorme opera d'arte!
Grazie per averci seguito, alla prossima puntata!
circa 10 anni fa
oltre 10 anni fa
oltre 10 anni fa
oltre 10 anni fa
quasi 11 anni fa
quasi 11 anni fa