Pigmenti tridimensionali
by Atanasius
oltre 11 anni fa
Ricrea nella realtà la scena di un dipinto famoso.
“Quello che danno i grandi artisti non si può riprodurre... O si?!”
Certi giorni il sole è alto e splendente nel cielo, gli uccellini cinguettano e l'estate sembra nel pieno del suo fulgore anche se è settembre. Il giorno ideale per rinchiudersi in una stanza buia per riprodurre una natura morta intensa e tetra! In fondo non è un così grosso sacrificio, dopotutto quanti possono dire di avere avuto in casa un Van Gogh vero? Dopo questa missione Atanasius diventerà un nome noto fra i collezionisti. Mi immagino già la mia collezione privata e la fortuna che potre fare presso le gallerie d'arte...
"Salve. Io avrei un Van Gogh da vendere..."
"Ma sta scherzando! Non esistono opere inedite dell'artista!"
"Forse gli esperti non sono stati così attenti... E poi cosa le costa verificare di persona?"
"Beh il tempo è denaro... Ma è sicuro che sia un vero Van Gogh"
"Non c'è dubbio alcuno che sia un Van Gogh vero e reale come lei o me..."
Poco dopo
"Allora dov'è il Van Gogh"
"Eccolo"
"Ma dove?"
"Lì sul tavolo?"
"Ma sul tavolo non c'è nessun quadro!"
"Quadro? E chi ha mai parlato di un dipinto??"
Ehm forse è il caso di lasciar perdere, terrò per me le opere d'arte pittorica 3D: il mondo non è ancora pronto!
Per gli appassionati di arte ecco un estratto da wikipedia sull'opera che ho scelto
Natura morta con Bibbia è un dipinto ad olio su tela di cm 65 x 78 realizzato nel 1885 dal pittore Vincent Van Gogh. È conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Il quadro è stato dipinto a Neunen, il paese dove vivevano i genitori di Van Gogh, presso i quali l'artista stesso visse tra il 1883 ed il 1885.
Dipinse questa tela sette mesi dopo l'improvvisa morte del padre Theodorus, avvenuta il 26 marzo del 1885. Nella tela compaiono un romanzo moderno, una Bibbia aperta che occupa il centro del quadro e una candela spenta, elementi che si ricollegano alla tradizione del Seicento olandese e in particolare alla tradizione iconografica della vanitas. Pur ponendosi all'interno della tradizione storico-artistica, ne infrange gli schemi: vi è un ricorso al simbolismo personale che mira ad una ricostruzione della sua identità. Lasciandosi trasportare dal suo nuovo interesse per il colore e da una tecnica pittorica perfezionata nei suoi quattro anni di studio indipendente, Van Gogh istituì una serie di opposizioni tra grande e piccolo, aperto e chiuso, monocromo e colorato.
La Bibbia è aperta al capitolo 53 del Libro di Isaia, ed è il carme più frequentemente citato tra quelli detti del "Servo di Dio". La candela spenta sta ad indicare la metafora comune della caducità dell'esistenza, ma anche l'assoluta sfiducia nei confronti di quella religione, nella quale Van Gogh s'era rifugiato negli anni precedenti.
In primo piano è raffigurato "La joie de vivre" di Émile Zola, uno degli autori preferiti di Vincent. L'opera rappresenta la conferma della modernità del suo autore: l'occhio dell'osservatore viene attirato dalla copertina gialla del romanzo moderno, come per sottolineare la tensione ideologica e religiosa presente tra Vincent e suo padre (che detestava Zola ed i naturalisti francesi, ritenendoli "immorali").
BACKSTAGE: faccio notare l'attenzione per i particolari, la Bibbia aperta al capitolo giusto, il romanzo di Zola opportunamente pieghettato, il cinturino in pelle della copertina di cuoio, la tovaglia monocromatica che ho dovuto prendere in prestito tra quelle delle grandi occasioni... Se non fosse che per ottenere una Bibbia sufficientemente ponderosa e con una copertina rigida ho dovuto fonderla con la Divina Commedia e il romanzo originale in lingua francese diciamo che non è esattamente quello che sembra. Ho una domanda per voi: che cos'è l'oggetto sullo sfondo dietro al candelabro? Io ho usato un alfiere ma non ho propio idea di cosa volesse rappresentare Van Gogh!
La cosa più dificile comunque è stato fare le foto nel buio più totale dopo aver posizionato gli oggetti. Ci sono voluti parecchi scatti!
oltre 11 anni fa
oltre 11 anni fa