Impronte su strada ferrata
by PAoLy, u fabio, peritus
oltre 11 anni fa
Percorri a piedi un tratto di ferrovia abbandonata.
“il binario 21”
Mio nonno era un tranquillo artigiano milanese. Studiando la sera e lavorando di giorno, era riuscito a prendersi un diploma e ad aprire una piccola bottega. Costruiva mobili. Era bravo.
Era una di quelle persone speciali che quando le incontri si prendono di prepotenza una parte del tuo cuore. Gli volevano tutti bene, era impossibile non volergliene.
Sapeva cosa voleva dire andare in guerra, era stato soldato in Eritrea e là aveva visto molti suoi amici morire, aveva visto cose orribili che non avrebbe mai più voluto vivere. Era un tipo pacifico e sapeva bene che la guerra è distruzione e devasto, morte e soprusi.
Pensava di aver visto il lato peggiore dell’uomo, la cattiveria, la spietatezza, e invece una nuova cartolina colorata l’ha portato via da sua moglie e dalla sua piccolina che cresceva lentamente insieme alla sua pancia, via dalla sua bottega, via dalla sua vita di tutti i giorni.
Mia mamma è nata lontana dalla sua città. Durante i primi anni della sua vita ha pensato che fosse normale spegnere le luci presto per non essere bombardati, che fosse normale fare una gran fila per comprare il pane razionato e soprattutto che avere un papà significava ricevere ogni tanto una lettera che rendeva felice sua mamma.
Forse per un bambino non è del tutto chiaro che la mamma manifesti gioia versando così tante lacrime.
Fatto sta che quando le lettere non sono più arrivate, sua mamma non ha più pianto, ma non è più stata tranquilla.
Ogni giorno mia nonna andava a consultare la nuova lista dei soldati morti in guerra, ogni volta col cuore in gola, ogni volta sempre più agitata, e tra gente disperata che piangeva e soffriva la perdita dei propri cari, tornava a casa con un briciolo di speranza.
Mio nonno le aveva scritto varie volte dal lagher in cui i tedeschi l’avevano rinchiuso. Scriveva sempre che stava bene e che lo trattavano bene, sapevano tutti che se non avesse scritto così, nessuno avrebbe spedito le sue cartoline. Quando la Germania stava per essere sopraffatta dagli alleati, le lettere si erano interrotte.
era disperso.
L’Italia non aveva idea di dove fosse finito. Tutti sapevano che i Tedeschi cercavano di eliminare tutte le prove della loro vergogna. Nessuno doveva poter raccontare. E così gli ultimi giorni le camere a gas funzionavano di giorno e anche di notte.
Tutti dicevano a mia nonna che era inutile illudersi, che era inutile che andasse tutti i giorni a leggere la lista dei soldati uccisi in guerra.
La guerra ormai era finita, i soldati sopravvissuti cominciavano a tornare, ma di mio nonno nessuna notizia.
Mia nonna cominciava a perdere la speranza.
Un giorno un uomo si è presentato alla porta di casa, era un soldato molto magro e sofferente. Mia madre l’ha chiamato “papà” anche se non l’aveva mai visto prima e mia nonna gli è saltata in braccio piangendo.
Mio nonno, quando ha capito cosa stava succedendo, aveva organizzato la fuga dal lagher con qualche amico, all’ultimo tutti si sono tirati indietro, così è scappato da solo. È scappato per giorni e sulla strada di casa ha trovato gli Americani che l’hanno derubato di tutto quello che gli avevano lasciato i tedeschi, ma che l’hanno nutrito e “arruolato” a combattere con loro.
solo quando sono tornati gli Americani è riuscito a tornare a casa anche mio nonno.
Ha riavuto la sua famiglia e la sua bottega, ma la sua vita non è più stata la stessa. Mai più.
PAoLy
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Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
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http://www.binario21.org/pdf/MilanoCentrale.pdf
http://www.info2015expo.it/index.php?/archives/68-Stazione-Centrale,-binario-21.html
114 Voti
184 Punti
(70 + 114 + 0)
Location
Via Ferrante Aporti, 26, 20127 Milan, Italy
lat 45.4907826350857 long 9.21069944708256
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la cosa che mi fa sempre scendere le lacrime qd lo rileggo è che è successo davvero...
oltre 11 anni fa
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è inevitabile una riflessione, un pò di tristezza nel cuore e tanta gioia per chi ha lottato, non ha rinunciato alla speranza, ci ha creduto ed è sopravvissuto per tornare dalla propria famiglia.
Grazie Paoly!
oltre 11 anni fa
Binario significativo
Giornata ideale.
Bravi voi!
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