Angoli acuti sull’industria
by peritus, PAoLy
quasi 12 anni fa
Esplora un luogo abbandonato e lascia un simbolo triangolare.
“LA BAITA FANTASMA”
Avete mai visto una baita che da vicino compare e da lontano per magia scompare? noi sì.
PAoLy l'ha vista dalla strada statale di ritorno dalla spesa di capodanno "gira qui Periii!!! c'è una baita diroccata e un po' magica, andiamo a esplorarla!!!"
decidiamo di girare per la stradina e cercare un parcheggio.
capiamo in poco tempo che a BOALZO, "ridente" località della Valtellina, non esistono parcheggi, ma neanche Bar, negozi, locali. a Boalzo, a parte le case (e che case!) c'è solo una Chiesa e un parco giochi.
ci ritroviamo nello spiazzo rialzato della Chiesa, guardiamo giù, ma della nostra baita nemmeno l'ombra.
scendiamo e posteggiamo provvisoriamente l'auto accanto al parco giochi.
Peri "ma dov'è la tua baita? sei sicura di averla vista? lì non c'è proprio nulla!"
PAoLy "certo che son sicura, era proprio lì!"
Peri "sì, ma ora non c'è NULLA lì."
decidiamo di avvicinarci, ma ancora NIENTE. dopo qualche passo affrettato però la baita compare come per magia.
"ECCOLAAAA PERIIIIII!!!!" esclama PAoLy affrettando il passo e quasi correndo.
"SIIII, non correre che ti viene l'asma!"
e così ci imbattiamo in una baita di pietre, a cui manca il tetto e qualche muro.
nel centro sono cresciuti alberi e sterpaglie ed è diventata una discarica di gomme d'auto, paletti catarifrangenti e cartelli stradali.
qui sotto vi riportiamo una storiella per bambini che abbiamo trovato su internet:
**********************************************************************************************
LA BAITA MISTERIOSA
Avevano corso a perdifiato nel bosco, sorpresi dal temporale, e ora non sapevano più
dove si trovavano. –Misericordia! Dove siamo finiti? -si udì la voce tremante di Tizi. –
Non possiamo stare sotto il temporale! -protestò Raffaella che era fradicia. –Già… ma
dove andiamo? -mormorò Maurizio, che non era in condizioni migliori. Io ho visto una
casa - affermò Marco. Un altro fulmine terrificante illuminò una catapecchia sbilenca,
a poche decine di metri. –SVELTI! -urlò Maurizio sotto il fragore del tuono. Con il
cuore in tumulto, i quattro ragazzi corsero verso la baita e si affacciarono al vetro
rigato di pioggia. Una vecchina curva, con un fazzoletto sulla testa, stava seduta
davanti al camino e rimescolava qualcosa che bolliva nel paiolo appeso alla catena. Si
consultarono con un’occhiata, poi bussarono al vetro con le nocche. La vecchina si
voltò. Aveva il volto magro e ossuto, incredibilmente rugoso, il naso grosso e adunco e
il mento sporgente. Ciocche di capelli grigi le scendevano da sotto il fazzolettone
lungo le guance incavate. Persino Maurizio fu assalito da una sensazione di sgomento.
La vecchina, vedendo i ragazzi incorniciati nel vetro, ciabattò verso la porta, che si
aprì cigolando. –Siete bagnati, entrate… -li invitò. “Che strano ambiente… sembra
l’antro delle streghe… ”riflettè Raffi, guardandosi intorno. Il paiolo che bolliva sul
fuoco, il grosso gatto nero che dormiva sulle pietre del camino, la ramazza in un
angolo… c’era persino la civetta impagliata in una nicchia del muro. Ma, a rassicurarla,
fu il profumo di polenta che c’era nell’aria. Le streghe non cucinano polenta. Un minuto
dopo si godevano il tepore del fuoco. Videro come in sogno la vecchina che ritirava il
paiolo; mangiarono senza neppure rendersene conto la polenta e bevvero il latte caldo.
Combatterono inutilmente contro il sonno, in quel misterioso torpore che li aveva
assaliti, e caddero profondamente addormentati. Maurizio si risvegliò per primo. Gli
ci volle qualche istante per capire dove si trovava. Già, nella baita della vecchina… Il
temporale era passato, anzi, era tornato addirittura il sereno. Guardò l’orologio e
scoprì che aveva dormito soltanto poco più di mezz’ora: meglio così. Destò i suoi
compagni. Nel camino la cenere era fredda, come se il fuoco non fosse mai stato
acceso. Il paiolo pendeva vuoto sulla mensola, come se non fossero stati usati da anni.
E nella baita non c’era nessuno. –Bisogna salutare la padrona di casa-ricordò Tizi. –Ma
non c’è. –Sarà qui di intorno, nella stalla, nell’orto…. Non la trovarono. –Se ne è andatadisse Maurizio. Ma avrebbe voluto dire: ”E’ sparita”. Quando era uscito all’aperto,
aveva riconosciuto la baita in cui si erano rifugiati: era quella in cui, secondo una
leggenda abitava la “masca”, la strega di quel bosco, alla quale nessuno osava
avvicinarsi.
Gianni Padoan, Il Fantasma di Monte-che-barba.
31 Voti
71 Punti
(40 + 31 + 0)
Location
Via Boalzo, 20, 23036 Teglio SO, Italia
lat 46.168713113128 long 10.0948612778016
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Roba da matti!
:)
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa
Come sapevate che la baita appariva e scompariva?
quasi 12 anni fa
quasi 12 anni fa