Una scala per la beatitudine
by Ewah
oltre 12 anni fa
Crea un elenco di tutte quelle piccole cose che rendono la tua vita felice.
“Il suono della gioia muta.”
Sì,
sono un bambino felice.
Ho tante cose che mi rendono felice:
andare con mio padre a vedere l'aeroporto militare, non viene quasi più usato, ma c'è un vecchio aereo da guerra, e ogni tanto atterrano anche degli aerei nuovi.
Mi piace andare al fiume, è poco più di un rigagnolo, ma delle volte andiamo a pescare.
Mi piace guardare mia madre che cucina.
Mi piace andare a scuola.
Mi piace andare a messa, la domenica, con la mia famiglia.
Mi piace giocare, a tutti gli sport.
Mi piace quello che succederà domani, quando io, che sono il più grande prenderò sulle spalle il figlio dei nostri vicini, lui ha 6 anni, e domani è il primo giorno di scuola, mentre per me inizierà il mio ultimo giorno di scuola.
Mi piacerà sentire il suono della campanella che lui suonerà mentre lo porto in giro per la prima volta per la sua scuola.
Mi piace la primavera, l'estate e l'inverno della mia terra.
Mio padre dice che è una terra libera anche se dice che siamo schiavi di Mosca, io non ci credo, io credo che siamo liberi.
Mi chiamo Dimi e domani andrò a scuola con la mia famiglia, è il primo settembre 2004.
__
No,
non sono una donna felice, ma domani lo sarò.
Non sono di questa terra, e la terra da dove vengo non è libera.
Avere una terra libera in cui poter essere me stessa mi renderebbe felice.
Mio fratello mi rendeva felice, lui e i suoi amici.
Eravamo un gruppo perfetto, facevamo delle bravate e sentivamo per la prima volta la città come nostra.
Ero felice, e giovane, forse avrei cambiato anche atteggiamento crescendo, ma 5 mesi fa, mio fratello e i suoi amici sono stati uccisi a sangue freddo, da militari russi.
Ho smesso di essere felice, quel giorno.
Non credo che da domani sarò felice,
non credo proprio.
Ma non posso continuare a stare così,
forse non io, ma qualcuno della mia terra da domani sarà felice.
Mi chiamo Issa e domani andrò a vendicarmi a Beslan.
__
Sì, adesso sono felice,
a volte.
Sono vecchio, quindi mi basta poco.
Sono del '33, all'epoca avevo 11 anni.
Passare di qua mi rende felice?
No, passare di qua è una cosa che faccio ogni sera, in automatico,
devo passarci tutte le sere, è così.
Hanno fatto bene a fare l'ossario, venite a vederlo quando è aperto, è importante.
Quello è mio nipote, ogni tanto lo porto.
Avevo 11 anni, ci siamo salvati in 3, io non sono andato a scuola quella mattina, perchè ci andavo il pomeriggio.
Pippo, che era il nome dei bombardieri americani, passava spesso dalle nostre parti, ma di solito colpiva gli stabilimenti industriali, la Breda o giù di là, qui intorno era campagna, e poi c'erano un pò di industrie, sì.
Alle 11 sono suonate le sirene, a mezzogiorno era tutto finito.
La mia scuola non c'era più, i miei insegnanti non c'erano più, i miei amici non c'erano più.
Passo tutte le sere di qua, ma vedo poca gente che si ferma.
Mi chiamo Mario e sono sopravvissuto alla strage di Gorla.
__
Il numero di bambini uccisi in entrambe le stragi è identico, 184 a Gorla e 186 a Beslan.
Ci sono 60 anni di differenza tra le due stragi, ma le accompagna un identico silenzio, il suono della gioia muta.
85 Voti
105 Punti
(20 + 85 + 0)
Location
Piazza dei Piccoli Martiri, 5, 20127 Milano, Italia
lat 45.5044506083499 long 9.22414518730773
circa 12 anni fa
circa 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
oltre 12 anni fa
I racconti e le lettere di coloro che hanno assistito a questi (come purtroppo molti altri) eventi, risuonano forti nella mia mente; dovrebbero essere ricordate più spesso.
la mia professoressa del liceo era facile sentirla recitare "homo homini lupus"; NO, nessun lupo arriverebbe mai a macchiarsi di tali violenze
oltre 12 anni fa
Io, mentre leggevo, ho avuto i brividi, la pelle d'oca, il cuore in gola, lacrime soffocate... io che so cosa significa essere un insegnante in una scuola e vedere tanti bambini spensierati tanto nel cortile che sulle scale della scuola... che ricordo il periodo dei fatti di Beslan, di quella che fu definita dal governo russo "una perdita accettabile" per un atto di forza politico/militare... e che conosco (seppur sommariamente) i fatti di Gorla durante la guerra.
E nonostante la sua apparente semplicità, questo racconto l'ho trovato toccante, emozionante e, ancora una volta, difficile da digerire...
Grazie per aver riportato alla luce fatti persi in un dimenticatoio fin troppo comune.