Oltre il vetro della finestra, ammassato ai miei occhi, l'orizzonte. La sottile linea che divide il grigio cielo dall'aspra e verde terra. Gli alberi che lo sfiorano con le loro fronde spoglie, i rami antichi e intricati sembrano volerti narrare storie sagge. Un merlo s'appoggia sulla smeraldina erba, beccando pane. Un sentiero di sassi s'inoltra all'infinito, verso la fine del giardino che mi si para davanti.. Un ristagno d'acqua, una pozzanghera. Il tutto circondato dalla grigia nebbia che pervade, anche oggi, in un dì di sole, la triste città. Nebbia di solitudine, di mistero, di confusione. Davanti a me tetti di case d'un rosso sgargiante, mattonelle incastrate ad opera d'arte, balconi con i panni stesi ad asciugare al sole, finestre aperte, tapparelle abbassate. Sento qualcuno gridare, intaccare questa pace, questo momento fantastico. Bambini che giocano a pallone, che si rincorrono. Bambine che giocano a Strega-tocca-colore.
Tiro la tenda della finestra. Il paesaggio mi scivola via, come sabbia fra le mani. Penso ad altro. Penso a te.