La missione di oggi mi vede... nascosto. Ho indossato una maschera molto speciale che significa moltissimo per me, infatti la feci quando ancora andavo alle elementari, insieme a mio padre. Prendemmo un contenitore di legno e con un po' di tagli qua e aggiunte là, ecco comparire una bellissima maschera. Dato che lavorare con seghetti non si addice ad un bambino (come insegnano Giovanni Mucciaccia, Tonio Cartonio e i tizi dell'albero azzurro, XD) io ero addetto al cartavetraggio/progettazione. In testa la maschera ha una mezza noce di cocco che conteneva un tempo un gelato (indovinate a che gusto) preso in una pizzeria cinese. Tale contenitore ha portato nell'ordine col passare del tempo: chiavi, una pianta grassa ed, infine, nulla. Infatti negli ultimi anni questa maschera (grazie alla base che gli abbiamo aggiunto) ha fatto un figurone come soprammobile, però devo dire che mi divertivo di più quando gli vedevo crescere in testa le piante...
Comunque ho scattato una foto mentre la indossavo per la prima volta dopo tantissimo tempo, e devo dire che questa missione si è rivelata veramente piacevole, per prima cosa perché mi ha fatto ripensare a dei momenti felici della mia vita (non vorrei che qualcuno, sentendomi parlare così, pensi che sia accaduto qualcosa a mio padre: tranquilli, sta benissimo); inoltre, mentre stavo pensando alla missione e non avevo ancora deciso come eseguirla, ho riflettuto sul fatto che molti di noi (per fortuna non tutti) portano una maschera tutti i giorni: quando ci relazioniamo con gli altri spesso ci fingiamo ciò che non siamo, per non deludere aspettative o per tranquillizzare noi stessi nascondendo le nostre imperfezioni. Credo che in realtà dovremmo accettare noi stessi ma soprattutto dovremmo capire che chi non ci accetta per quello che siamo non merita la nostra compagnia. è inutile fmostrarci come ciò che non siamo per poi dover vivere nella finzione, con una maschera invisibile ma comunque pesantissima addosso.