Un pic-nic.
Per la prima volta.
A vent'anni.
Su un tetto.
Da solo.

Sarà meglio avere un'idea di cosa bisogna fare, interpelliamo qualche fonte:

Il Piccolo : "Colazione all'aperto durante una scampagnata".
Lo Zingarelli: "Colazione o merenda fatta all'aperto durante una scampagnata"
Garzanti: "Colazione o merenda all'aperto"
Wikipedia: "Pasto all'aperto compiuto in un contesto turistico o comunque che abbia una funzione sociale e ludica e non solamente alimentare"

Penso che Wikipedia sia la più precisa poichè aggiornata, contando che il dizionario/enciclopedia più aggiornato è datato 1997, quindi riassumendo:
Uriel: "Cacchiata."

Ma CCU è innocente come un coniglio batuffolino che ti vuole aprire sorridente al nuovo, quindi diamogli la sua carota.
Per essere coerente distendo la coperta alla consueta ora di pranzo.
Mi guardo intorno, mangio un paio di sandwich e scopro la bontà del Gouda, mi guardo intorno sorseggiado con gusto il succo di mirtillo in un bizzarro bicchiere, sobbalzo a inesistenti rumori, assaporo una novità Muller chiedendomi da dove era spuntata quella posateria da picnic dallo stanzino, rimango rintanato in'area d'ombra mentre il sole impazza e gioco a forza quattro e perdo, leggo Twain e scimmiotto Marx, stalkero con fotografie le donne nei terrazzi dei condomini vicini, vedo le ombre dei gabbiani e faccio 2+2, già che ci sono fotografo i liceali che escono da scuola, sono sempre animali dopotutto. Raccolgo i rifiuti, fotografo un po' Follonica, voglio mostrarla. Raggruppo le mie cose e me ne vado.
Meh....
Non sempre le novità ti catturano.

E alla fine mi sono reso conto di aver dimenticato di prendere i colori acrilici e il pennello per lasciare qualche impronte. Ma dubito che in un posto del genere potessero avere visibilità.