Il caffè disse: "è alta, coi capelli strani, il naso grosso e la faccia cattiva. uccide ogni giorno decine di miei simili, di questo passo finiremo per ESTINGUERCI. E' una pazza, una... una... arriva, AAAAAH!"

Il cioccolato disse la stessa cosa, più o meno.

I libri di studio dicono (tuttora): "non accade mai che ci apra, neanche per sbaglio, neanche per far seccare dei fiori". Ah, menzogneri. Ora parlo io, però. I primi due sono stati molto eloquenti, direi, la terza invece mente, perché studio (più o meno). L'archeologia direi che è la cosa, nel bene e nel male, che più fa parte di me, perché fin da bambina sapevo cosa avrei fatto "da grande", innanzitutto. Col passare degli anni non ho cambiato idea, sono partita spedita, senza se e senza ma, e, nonostante ora mi lamenti tantissimo, nonostante prosegua con lentezza, per i miei amici sono "l'archeologa", per me stessa, anche se lo nego, anche. Provo un odio/amore per ciò che faccio, chissà dove finirò nel futuro prossimo. Probabilmente a scavare la metro C di Roma, che sarà ancora in costruzione.

Non contando i primi due, seriamente parlando, dopo l'archeologia viene sicuramente la mia grande passione, la fotografia: l'ho ereditata da mio padre, che amava e ama tuttora fare foto, e finanzia la mia, donandomi la sua macchina di oltre 20 anni, che funziona ancora benissimo, e comprandomi costantemente accessori nuovi (oltre all'ultima Nikon, la sorpresa più apprezzata del mondo).

La terza, "banalmente", sono i libri, categoria nella quale inserisco però anche i fumetti, i manga e le graphic novels: quest'altra passione l'ho ereditata da mia madre, che divora letteralmente i libri, e me li leggeva fin da quando avevo pochi anni, trasmettendomeli. I manga li leggo da quando ne avevo 6, e ne ho una caterva: attualmente muoio letteralmente per Urasawa, decisamente il mio autore preferito.