Mi misi a letto e sentii il mio corpo sprofondare nel materasso. La sensazione era piacevole e terribile, la lasciai fare. Di fronte a me vedevo l'enorme finestra della camerata, spalancata sulla murgia materana che giocava a cucù settete con la tenda bianca. Quella, leggera e bellissima, danzava, mossa dal vento, dalla brezza, da una musica.
Lentamente la mia discesa mi nascose questo spettacolo e mi portò nel buio, nel caldo, nell'odore acidulo e piacevole del mio sudore notturno. La coperta mi avvolse in un abbraccio comodo, qualche spiffero tra i capelli mi fece rabbrividere il giusto..

poi mi sentì stringere, avvillupare, risucchiare e anche succhiare - l'alluce sinistro per essere precisi. Qualcosa/qualcuno/qualcosuno mi stava tirando giù, no sotto, no orizzontale. Il caldo piacevole divenne soffocante, il morbido un labirinto indistinto di stoffa. Lottai insistemente con quella forza malefica, mi dimenai, cercai di liberarmi - soprattutto l'alluce. Ma ero troppo debole e il mio corpo troppo pesante per riuscire a vincere qualcosa di così potente. Caddi.

- Paola?..
-Mh.
- Ma cosa ci fai qui?
- Dove.
- Per terra.
- ..ah.
- ...
- devo essere caduta.
- eh, lo vedo!
- ....aiutami a districarmi da questa cazzo di coperta.