Anf, com'è dura la vita del giocatore di CCU!
Sono diversi giorni che pianifico questa esecuzione, ma fattori esterni mi hanno finora ostacolato.
Oggi è tutto pronto: il tempo a disposizione è poco, perchè devo svolgerla durante la pausa pranzo; mi do appuntamento in Piazza Grande a Modena con un amico, che mi aiuterà a documentare l'esecuzione fotografandomi mentre distribuisco volantini ai passanti.

Ore 13:15, in piazza transitano studenti usciti di scuola, lavoratori in pausa pranzo (sigh!) e qualche sparuto turista (diciamocelo, Modena non è certo Milano!). Comincio a distribuire i volantini, ricevendo tiepido interesse e qualche rifiuto (tsk! Che restino ignoranti, quelli!).

La persona che si interessa di più al mio volantino (poveretto!) è un turista straniero, che mi chiede di spiegargli il contenuto del volantino; io gli ripeto il racconto per sommi capi in inglese, lui pare soddisfatto... mah!

Già, a proposito, qual è la storia che ho scritto?
Vi riporto qui di seguito il contenuto del volantino:

La vera storia della Pietra Ringadora

Le origini della Pietra Ringadora sono molto antiche; le cronache medioevali parlano di un evento prodigioso, una "lingua di fuoco che dal cielo scese in piazza portando con sè una Pietra sì grossa e portentosa (...)".

Gli storici concordano nell'affermare che la precipitazione di questo monolite di rarissimo marmo meteorico sia avvenuta all'incirca durante il cruento periodo delle lotte tra Modena e Bologna (XII sec); tale contingenza di avvenimenti spiegherebbe perchè alla pietra fin da subito siano state attribuite qualità soprannaturali, come la capacità di causare tremendi mal di testa e fitte allo stomaco agli infidi bolognesi sottoposti alla sua vicinanza (una sorta di kriptonite ante litteram).
I bolognesi saranno da allora comunemente chiamati a mo' di scherno dai modenesi "Petroni", alludendo alla loro dura cervice ed alla vulnerabilità agli effetti della Pietra.

Frammenti della Ringadora furono dunque portati in guerra dai valorosi soldati modenesi, che osservarono con piacere i lividi ed ematomi che la magica pietra era in grado di causare sulle teste dei nemici con la sola imposizione sulla fronte (ed una certa dose di slancio...)

Al termine dei conflitti la pietra fu sbozzata in modo da farle assumere l'attuale forma rettangolare e spostata dalla sua sede originaria alla posizione che tuttora occupa di fronte al Municipio, come severo monito per quei bolognesi che volessero azzardarsi a sfidare ancora la potenza della città.

Nei secoli successivi fu poi utilizzata come palco per gli oratori (i ringadori, in dialetto) e come pubblica gogna per i bolognesi che venivano scoperti ad infiltrarsi in città con l'intento di rubare la famosa Secchia Rapita.

NB: la storia presentata in questo elaborato è di pura fantasia; stata scritta, stampata e distribuita per assolvere all’istruzione La battaglia della Scala di CriticalCity Upload
http://criticalcity.org
Nessun bolognese vivo è stato maltrattato durante la stesura di questo documento.