Non è stato facile decidere quale gioco sia stato il più importante durante la mia infanzia.

Durante l'estate passavo i miei pomeriggi nel cortile di cemento insieme ad amici giocando a nascondino; correndo dietro un pallone; scorrazzando sulle nostre bici in pochi metri di spazio, ma sentendoci come se potessimo arrivare ovunque. E questi sono stati i momenti più divertenti.

Ma, abitando in una città del nord, i periodi in cui si poteva stare all'aperto non erano poi tanti. Tarda primavera ed estate a parte, il resto del tempo si era rinchiusi in casa, al riparo dagli orsi polari e dalle tormente di neve.........mmmh, vabbè, più o meno...

E quando non si poteva uscire a giocare, bisognava inventarsi qualcosa per passare il tempo. Per cui c'erano le partite a calcio in corridoio e le partite a calcetto con i regoli contro il mio migliore amico; le guerre dei peluches fra i miei 20 e i 3 di mio fratello (vinceva sempre lui...); ma soprattutto c'era il Lego.

Ho passato ore a giocare con quei mattoncini ed omini colorati; a costruire palazzi seguendo la mia fantasia e non le immagini sulle scatole; a far correre il trenino sui suoi binari; a inventare storie con protagonisti quei piccoli uomini e donne.
Da sola, con mio fratello, con amici, non aveva molta importanza.

E adesso, quando penso alla mia infanzia penso soprattutto al Lego....e, sì, lo ammetto, anche alla povera Barbie che qualcuno si era azzardato a regalarmi e che ha passato la sua esistenza fra impiccagioni e decapitazioni, finchè la sua testa non è andata smarrita :-)