Pensiero laterale

by Kamlo

oltre 13 anni fa

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“Scrivania, due lampade, un bicchierie, risme di fogli, libri, vinavil, megafono, pile, divano, porta, corridoio, cesso, finestra del cesso.”

Eseguendo l'istruzione, girò la testa. Il paesaggio era confuso, nonostante prima avesse cercato di riordinare la sua stanza, ma essere lasciati da soli a casa è dare libero sfogo all'Es. Gli oggetti, apperentemente disposti in maniera anarchica, in realtà rappresentavano quindi un ordine non finito, inconcluso, trovando il proprio senso nella promessa del divenire, in quell'idea di ordine che nasce nel cervello prima che la materia vi venga sottomessa. Sulla scrivania, che usava sia per "lavorare" sia come ampio svuota-tasche, si trovavano tre libri: una versione coomerciale degli schizzi di leonardo, l'elenco completo delle acqueforti di piranesi e il "libro dei segreti dei papi", libro dal pessimo titolo ma dall'interessante e enciclopedico contenuto; poi era poggiata una risma di fogli disegnati, raccolti per essere prima o poi scannerizzati. Due lampade si protendevano sopra il tavolo per illuminare i fogli da disegno, accompagnati da due bicchieri: uno per l'acqua, l'altro per il genepì. Il muro era ricoperto di mensole, le mensole di libri, fumetti e cianfrusaglie. In fondo alla stanza, il divano è degradato a portavestiti, mentre nel corridoio due scarpe ribelli sono affiancate alla torre della scarpiera. In fondo stà il cesso, brutto ma pulito, e la finestra aperta. Dietro, il cielo notturno e le cose alate.
Dopo, alcune case.
Molto dopo, le montagne.

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