Sono sincero, forse non è il peggior esempio di arte urbana che ho visto in vita mia, ma visto che ogni giorno affacciandomi dalla finestra il panorama di Villa De Sanctis ristora la mia vista, voglio scagliarmi (e poi mi direte voi se a torto o ragione) contro la caratterizzazione che si è voluto dare a questo polmone verde nel nostro quartiere.

Va benissimo il volere costruire l'identità di uno spazio pubblico e ricorrere all'arte per farlo; ancora meglio usare l'arte contemporanea ed innestarla in spazi da dove convenzionalmente è esclusa ma io dico, santissimi numi, con cotante e cotali premesse non riesco proprio a capire come si può arrivare ai risultati (senza immaginare i costi di realizzazione altrimenti scendo giù e comincio a spicconarli) illustrati nelle foto.

La mia personalissima classifica (in rigoroso ordine di bruttezza)

1° Per il suo imperscrutabile significato e per le fattezze di muro bitorzoluto di gesso preso a capocciate si classifica "Porta" opera in travertino di Giuliano Giuliani

2° Per quel suo sapore di ruggine e la forma sinuosa si classifica l'opera in acciaio denominata "Romana" di Carlo Lorenzetti

3° Per il misticismo de Torpigna abbinato allo spirito pioneristico dei Lego, si classifica la scultura in terracotta "Porta Magica" di Immacolata Datti

4° Per la fessura aperta verso un futuro sostenibile e verde l'opera in vetroresina "Freeze" di Anna Ajo

Fortunatamente tutto queste (a mio parere che sono ingegnere e non critico artistico) brutture sono compensate dall'opera in vetro "Luna" Costas Varotsos che ergerei a simbolo del nostro quartiere e che tanti sogni ha ispirato e tante storie ha visto nascere.